~ Yuna Ito Italian fan Forum ~

Port Angeles.

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view post Posted on 24/9/2008, 18:52
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Titolo FanFiction:Port Angeles
Autrice: Mitsuki19
Libro: Midnight Sun/Twilight
Autore Libro: Stephenie Meyer
Personaggi principali: Edward Cullen (narratore), Bella Swan
Genere: fantasy
Capitoli:one shot
Stato: completo

Premessa: per questa fanfiction mi sono ispirata a una parte
dell'omonimo capitolo scritto dalla Meyer in "Twilight".


Port Angeles

Quella sera aveva un impegno con le sue amiche. Aveva promesso loro di accompagnarle in uno shopping pre-ballo della scuola, le avrebbe aiutate nella scelta.
Starle lontano mi rendeva ansioso.
Così, decisi di seguirla.
Jessica Stanley era lenta a guidare, raggiunsero Port Angeles in ben quattro ore. Io le seguivo con la Volvo, a poche macchine di distanza da loro: non mi avrebbero mai notato.
Passarono il viaggio in macchina parlando del più e del meno, di vestiti, di ragazzi... La riccia era la solita pettegola, impertinente e fastidiosa. Non mi piaceva come compagnia per la mia Bells...
Port Angeles era un piccola trappola per turisti, una città minuscola, con un solo grande magazzino. Le ragazze ci si fiondarono immediatamente. Bene, quel negozio era sicuro, Bella non avrebbe corso alcun rischio... E poi, quella era una cittadina talmente minuscola... Cosa poteva mai succedere?
«Non ci sei mai andata con un ragazzo con cui stavi, o qualcuno che ti piaceva?» era stata Jessica a parlare. Una volta tanto aveva fatto una domanda azzeccata. Ero curioso anche io, estremamente.
«Non ho mai avuto fidanzati, né niente di simile. Non uscivo granché» lessi la risposta di Bella nella mente di Jessica.
Bene. Avevo una chance in più.
«Ma cosa diavolo sto pensando?» mi dissi a bassa voce. Bene, ora parlavo anche da solo. Quella ragazza mi avrebbe fatto impazzire!
Approfittai del loro giro tra scaffali e stand di vestiti per allontanarmi un minuto: le chiacchiere di quella Stanley mi avevano intontito. Uno dei tanti lati negativi del “sentire le voci”.
Ormai erano le sei di sera. Stava facendo buio. Annusai l’aria, cercando il suo odore: lo sentivo bene, ma le tracce erano confuse, come se avesse girato di qua e di là tra le vie di Port Angeles.
Ricorsi ancora una volta alla mia dote di lettura del pensiero per controllare la situazione. Avevo individuato Angela Webber, bene.
«Ma cosa...» ero scioccato «Che fine ha fatto?» Isabella non era più con loro! Imprecai, furibondo. Che errore stupido avevo commesso. Distrarmi così facilmente! Non era da me.
Corsi per tutta la città, cercando di seguire la sua traccia.
Poi, ecco un voce, un’immagine di lei, letta dal pensiero di un passante.
«No!» gridai a me stesso. Non era un passante. Erano più persone, maschi per la precisione che stavano pensando di... «No!No! NO!» Mi infilai in macchina, guidai come un pazzo. Era in un vicolo stretto e buio, ma la trovai. Spuntai da dietro un angolo, veloce, quasi investii uno di quei tipi. Bella si buttò in mezzo alla strada: cercava aiuto. Inchiodai derapando e le aprii la porta del passeggero.
«Sali!» ordinai con voce furiosa.
Obbedì, e chiuse la portiera, sbattendola.
L’auto era buia, non si erano neanche accese le luci di cortesia.
E io ero furioso. Furioso con me stesso, per l’errore che avevo fatto. Furioso perché, se non ci fosse stata lei, lì presente, avrei ucciso quei balordi, quei maledetti, quei... non avevo parole per descriverli.
Le gomme stridettero sull’asfalto e puntai verso nord accelerando di colpo.
«Allacciati la cintura» ordinai. Nell’oscurità, lo scatto della sicura risuonò molto chiaramente.
Avevo un assoluto bisogno di calmarmi. Accelerai ancora, superando parecchi STOP senza fermarmi.
«Stai bene?» mi chiese con voce roca.
«No» dissi semplicemente, furibondo.
Sarei potuto tornare indietro... lasciarla con le sue amiche, al sicuro. Dopodiché li avrei inseguiti e... no, no! Non potevo rovinare anni e anni di allenamento passati a convivere pacificamente con gli umani, senza morderli. Non avrei ceduto. O almeno speravo di riuscire a non farlo.
«Bella?» chiesi, misurando la voce.
«Sì?» si schiarì la voce, ancora un tantino roca.
«Tu stai bene?» che domanda sciocca, ovvio che non stava bene! Era stata importunata da quei balordi! Aspettavo con impazienza una crisi di pianto: l’avrei consolata e mi sarei distratto un po’.
«Sì» mormorò. Sì?! Com’era possibile? Stava forse mentendo? Diamine! Perché non riuscivo a leggere i suoi pensieri come facevo con gli altri esseri umani?
«Per favore, fai qualcosa per distrarmi» le dissi, ancora arrabbiato.
«Che cosa?» chiese, timidamente,
Sospirai.
«Chiacchiera di qualcosa di poco importante finché non mi calmo» chiarii, socchiudendo gli occhi. Avevo un bisogno assurdo di un calmante.
Quella ragazza attirava disgrazie. E sapevo, in cuor mio, che io avrei dovuto proteggerla. Per l’eternità, come mia amata. Ormai ne ero sicuro.
 
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Ale{X}iel
view post Posted on 26/9/2008, 16:31




Ma che brava che è la nostra mitsuki :3
 
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view post Posted on 26/9/2008, 17:18
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Accie caVoH.
<3
 
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~ MiSy
view post Posted on 26/9/2008, 18:39




La scrittrice del forum*-*
 
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3 replies since 24/9/2008, 18:52   96 views
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