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| NEW YORK (25 novembre) - Allerta degli esperti sulla tenuta di Internet: se il traffico aumenterà al tasso attuale, la rete informatica mondiale potrebbe arrivare a intasarsi entro due anni, con il rischio di entrare in "panne" se non verranno investiti miliardi di dollari per migliorarne le infrastrutture. Secondo il "Nemertes research group", una società di studi indipendente che studia l'impatto economico delle tecnologie, un vero e proprio fiume in piena di video e altri contenuti web "pesanti" potrebbero mandare in sovraccarico il web entro il 2010, in modo da non permettere più il traffico degli utenti.
Lo studio, diffuso sulla rivista PCWorld, conferma preoccupazioni espresse da tempo dalla Internet innovation alliance, un gruppo di pressione che ha puntato i riflettori sullo stato delle reti a banda larga negli Stati Uniti, come ha detto Bruce Mehlman, il presidente del gruppo i cui membri includono il gigante delle telecomunicazioni AT&T, Level 3 Communications e Corning. Secondo la Iaa, il rischio di una "alluvione" di video in stile YouTube, in grado di intasare le arterie della rete, è molto concreto.
YouTube mette in circolazione su Intranet ogni mese qualcosa come 27 milioni di gigabytes. Complessivamente, in rete gli utenti creano 161 exabytes all'anno: un exabyte è l'equivalente di 50mila anni di video in qualità Dvd. Lo studio Nemertes ha confermato che la richiesta di applicazioni web come video interattivi, scambio di "files" e musica da scaricare dalla rete subiranno un'accelerata nei prossimi mesi, creando domanda per maggiori capacità. L'unica via per evitare il rischio di imbottigliamenti, in stile autostrada di Los Angeles all'ora di punta, è di investire a piene mani sulle infrastutture della rete.
Nemertes ha calcolato che serviranno almeno 130 miliardi di dollari in due anni per evitare la paralisi, quasi il doppio di quanto previsto dai piani aziendali delle aziende che si occupano di dorsali, reti a banda larga e altre infrastrutture. Secondo il rapporto, nel solo Nord America occorrerebbero 42-55 miliardi di dollari nei prossimi 3-5 anni: sarebbe il minimo, secondo Nemertes, per tenere il passo con la domanda.
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